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Sciltian Gastaldi,

autore e prof

"Com'è eufonico, questo nome!"

“Com’è che ti chiami?” In genere è così che la gente si presenta, quando sono io a presentarmi. E allora diciamocelo qui, una volta per tutte: “Sciltian” (non Cristian, non Cinzia…) è proprio il mio nome, col quale la mia atea mamma è persino riuscita a farmi battezzare. Ebbene sì: ho per nome il cognome di un pittore armeno metafisico, Gregorio Sciltian, con il quale l’unico legame è dato appunto dal condividere il medesimo nome-cognome.

Sciltian il pittore venne a vivere in Italia dopo la Rivoluzione d’ottobre, chiedendo asilo politico. Nell’aprile 1974, quando stavo per nascere, mia mamma lesse di una mostra del pittore armeno a Venezia e disse: “Però, com’è eufonico questo nome!” E me lo appioppò. Da allora, è per me una vera croce, come diceva Gesù.

Il mio libro più recente

Questa è la storia di un’ossessione.

L’ossessione amorosa tra Francesco ed Emanuele: due liceali dei primi anni Novanta.
Chicco e Lele studiano, vanno al cinema, ascoltano musica, si scrivono lettere ed e-mail. E si amano. Con un’intensità tale da essere come angeli da un’ala soltanto: possono volare solo abbracciati. I due, adolescenti e gay, maturano insieme la loro educazione sentimentale. Fra i timori della rottura delle convenzioni e la passione totalizzante della prima volta.
Mentre Chicco e Lele si amano, intorno a loro il mondo cambia. La cornice è un’Europa di fine secolo sconvolta, fra i postumi della Tangentopoli italiana, la fine delle ideologie e la faticosa riunificazione della Germania. In mezzo a tanta novità, a tanta incertezza, le famiglie d’origine dei due ragazzi premono per una condotta di vita più tradizionale. In questo senso, il rapporto di Chicco col padre, un avvocato clericale finito in un giro di tangenti che lo porterà in carcere, tratteggia un binomio paradigmatico per molti figli d’oggi, carico di incomprensioni generazionali e di un altro tipo di amore.
Questo romanzo di formazione, ambientato fra Roma, Berlino e Bologna, affronta temi centrali per gli adolescenti di ogni epoca e di ogni orientamento sessuale: la capacità di amare e di amarsi, il coraggio delle scelte, il rispetto dei sogni propri e altrui.

In libreria dal 18 Novembre 2021

Pier Vittorio Tondelli (Correggio, 1955-1991) fu uno scrittore “luridamente blasfemo” o “ispirato dalla grazia di Dio”?

Le sue opere sono state omofobiche, simbolo di edonismo e frivolezza, o un esempio pop e camp di impegno sociale e controcultura gay? Come mai tutte le principali testate culturali cattoliche, così come illustri esponenti del movimento Lgbtq+ sono ossessionati dalla figura e dalle parole di Tondelli?

Sciltian Gastaldi ha dedicato sette anni di studio a uno dei maggiori autori italiani del Novecento – il cantore degli anni Ottanta, il figlio anomalo del Settantasette bolognese, il primo autore italiano di un romanzo sull’Aids – dando una risposta a queste domande. Ne viene fuori un Tondelli che non solo rientra a pieno titolo nella “littérature mineure” politica descritta da Gilles Deleuze e Félix Guattari, ma è anche il formidabile alfiere di quella cultura camp che si rifà al libertinismo illuminista per “dare voce a chi non ha voce”: emarginati, tossicodipendenti, transessuali, coppie gay, giovani. 

Un cosmopolita intellettuale a tutto tondo, sagace penna del suo tempo, proposto qui nell’abito che gli è proprio: quello di “scrittore totale”.

Gli altri
miei
libri

Lo so f@re!

Guida all’apprendimento misto e all’insegnamento (anche) a distanza

In ogni circostanza è fondamentale che la Scuola continui. Sempre.
A chi insegna sarà dunque richiesto di saper gestire una classe non solo in aula, ma anche da dietro uno schermo. Questo volume non si rivolge agli entusiasti della Dad, quanto a quelle docenti che hanno comprensibili difficoltà.
È una guida per affrontare il nuovo, rivoluzionario, modo di essere insegnanti, da parte di un prof che ci è passato. E ce l’ha fatta.

Sciltian Gastaldi